MATCH POINT 

QUALE FUTURO? 

Mentre da Austria e Slovenia arrivano notizie confortanti delle prestazioni internazionali in maglia azzurra del nostro giovane Davide, qui da noi viviamo gli ultimi scampoli del massimo campionato in attesa del verdetto dell’ultima giornata di campionato che nel prossimo week-end decreterà soprattutto chi lascerà la serie A-1 tra noi ed il Bologna. 

L’ ambiente bresciano è sereno, qualsiasi cosa avverrà non cambierà il nostro umore, consci che la stagione è andata in ogni modo in maniera negativa per una serie di avversità incredibili, quindi che si rimanga in A-1 (ovviamente auspicabile), sia che si retroceda nella serie cadetta, il nostro spirito sarà sempre improntato ad una rinascita. 

E’ chiaro comunque che rimanere tra le top ten equivarrebbe, viste le vicissitudini e le sofferenze patite in tutto l’arco del campionato, a vincere uno scudetto, pur essendo una magra consolazione viste le ambizioni di playoff nutrite alla vigilia di questo campionato ricco di risultati altalenanti. 

Comunque venerdì i nostri ragazzi se la vedranno a Catania contro un trio pressoché imbattibile, anche se all’andata sfiorammo il colpaccio, mentre i felsinei di Andriani si giocheranno in casa contro un Este deluso dal mancato accesso ai play-off le ultime carte per la salvezza. Nonostante i nostri attuali due punti di vantaggio in classifica una nostra prossima sconfitta ed una loro eventuale vittoria condannerebbe l’ A.S.T.T.Brescia alla retrocessione, visto lo svantaggio esistente negli scontri diretti. 

Lo dico in anticipo per fugare ogni dubbio: in caso di salvezza non ci esalteremo e faremo un “in bocca al lupo” sincero per un pronto riscatto ai bolognesi che tanto ci hanno fatto soffrire quest’anno sia in campo che fuori, così come in caso di retrocessione non ci abbatteremo perché siamo sicuri che un anno sabbatico potrebbe anche essere utile per rinnovare uomini, strategie e programmi per il prossimo futuro che potrebbe vedere un ringiovanimento nei propri ranghi non solo agonistici, ma anche dirigenziali per il tennistavolo che verrà, apparentemente sempre più professionale negli intenti, ma pieno di atleti pseudo-professionisti che vedono il guadagno quale unico obiettivo personale, indipendentemente dai programmi societari.  

Di tutta l’esperienza vissuta in A-1 è proprio questo che non ho digerito di tanti elementi conosciuti e da qui capisco perché il nostro sport non cresce: ogni anno sempre gli stessi atleti che ruotano da una parte all’altra d’Italia, grandi pretese, grande esaltazione personale, ma chi vince o chi lotta per vincere sono sempre gli stessi, allora mi chiedo che senso ha impegnare risorse a discapito di  persone e ragazzi di valore come coloro che rappresentano i vivai delle nostre società? 

A tempo debito valuteremo a fondo ogni cosa, ma intanto godiamoci quest’ attesa nella speranza di rilassarci un po’, ne abbiamo proprio bisogno!

 

 

Francesco De Petra

 

 

 


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